La ricerca di una nuova identita’

 

 

I cambiamenti degli ultimi anni, che hanno travolto il nostro settore, hanno introdotto nuove preoccupazioni per le farmacie.

L’ultima legge sulla concorrenza, l’esplosione del mercato e-commerce, la necessità di individuare nuove marginalità, l’esigenza di dover emergere nei confronti di nuovi competitori e l’appiattimento dell’offerta, hanno fatto propendere molte farmacie verso il tentativo di crearsi un’identità propria, in tanti diversi modi.

In farmacia è ancora troppo bassa la percentuale di acquisti per prodotti non strettamente legati alla salute rispetto al numero di ingressi giornalieri e della massa di prodotti disponibili.

Difficoltà che quindi riscontriamo nelle tecniche espositive, nelle capacità di consiglio emotivo, nel saper creare ambienti coinvolgenti, ma soprattutto nel realizzare una nuova immagine del punto vendita.

Così in molti hanno ad esempio scelto di intraprendere la strada del prodotto a marchio personalizzato, nel tentativo di creare unicità, fidelizzazione e dare pertanto ragione di preferenza al cliente per quella determinata farmacia.

Tuttavia il concetto di marchio personalizzato è nel frattempo evoluto rispetto a ciò che rappresentava una decina di anni fa, ma ancora oggi molti lo affrontano così come si poteva forse fare nel passato.

Sono cambiati i fornitori e le loro politiche, sono cambiate le richieste, è cambiato il mercato, c’è maggior cultura nel cliente.

Il logo non è sinonimo di marchio ed entrambi sono cosa diversa addirittura dall’idea di poter imporre una propria marca, magari perfino in altri punti vendita.

Ci sono quindi delle importanti domande da porsi prima di avventurarsi in percorsi che potrebbero nascondere pericolose insidie.

In questo momento andrebbe anche studiato il comportamento di altre aziende che, ad esempio nella Grande Distribuzione Organizzata, hanno saputo ottenere risultati brillanti, oppure al contrario qualcuno ha invece fallito. Andrebbero analizzate le ragioni di successi e insuccessi, perché c’è chi è addirittura riuscito a conferire al proprio brand una capacità contrattuale importante, mentre altri sono dovuti tornare sui propri passi.

Quali sono i significati di qualità prodotta, promessa e realmente percepita?

Che strategie di comunicazione hanno saputo adottare i Private Label di successo?

Quali sono i legami tra coerenza, credibilità e garanzie?

Tornando ora alla nostra farmacia, le domande che inviterei a porsi sono:

Cosa significa realmente iniziare a trattare prodotti a marchio personalizzato?

Si tratta di un semplice inserimento di nuove referenze, o piuttosto è il compimento di un preciso percorso di crescita per la nostra azienda?

E se invece che essere un punto d’arrivo per una proposta commerciale divenisse altrimenti un punto di partenza per una promessa di qualità?

Che nome vale la pena di dare ai propri prodotti? Forse si può fare qualcosa di più che attaccare semplicemente un’etichetta col proprio nome.

Con quali prospettive e strategie d’impresa ti stai proponendo attraverso un tuo marchio personalizzato?

Dove posizioni i tuoi prodotti all’interno della farmacia? Ovvero, che forza intendi conferire a questo tuo nuovo credo?

Si tratta di domande importanti, specialmente quando significa confrontarsi in un mercato sempre più competitivo e selettivo.

Sono temi che, più in generale, ho cercato di esporre nel mio nuovo libro “L’arte della nuova farmacia” ed argomenti che affronteremo in occasione del prossimo Master Capsula, il 19 e 20 maggio a Roma, ove ci sarà la possibilità di un confronto legato anche ad altri aspetti nella gestione manageriale dell’impresa farmacia.

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di Paolo Piovesan
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