Accelerazioni

 

Prendo spunto da alcune pagine di un libro che ho appena letto, intitolato“Sapiens da animali a dei” di Yuval Noah Harari, per introdurti l’articolo di oggi.

Esiste un nostro personaggio immaginario che chiameremo Toni e supponiamo di prendere in considerazione un arco temporale di 500 anni per produrre due esempi.

Nel primo caso, ipotizziamo quindi che egli sia nato nell’anno 1000 e poi sia caduto in letargo fino al 1500. Al risveglio avrebbe notato cambiamenti modesti, si sarebbe risvegliato più o meno nelle stesse situazioni, coi medesimi attrezzi di lavoro, con gli stessi mezzi di trasporto e con le stesse usanze di quando si era addormentato.

Ma se Toni fosse invece vissuto nel 1500 e si risvegliasse da un ipotetico letargo nel 2000, forse penserebbe di essere morto e rinato su un altro pianeta. Smartphone, computer, l’uomo padrone dei cieli, siamo persino andati sulla luna, navi e sottomarini a propulsione nucleare al posto dei vascelli a vela o a remi, macchinari robotizzati per il lavoro, armi sofisticate, grattacieli.

Ma anche condizioni di salute e relative aspettative di vita notevolmente migliorate, modi di vestire completamente cambiati con tessuti tecnologici e tante altre scoperte.

Nel 1500 c’erano al mondo circa 500 milioni di persone e oggi ce ne sono 7 miliardi, la produzione mondiale è cresciuta di 250 volte e il consumo di energia di 115 volte.Sono evolute le società e i sistemi di cooperazione, siamo arrivati alla globalizzazione dei mercati.

All’epoca tra il 1000 e il 1500, solo un’influenza esterna poteva modificare il vivere quotidiano e le abitudini delle persone, del resto chi operava in Europa ben poco conosceva di ciò che accadeva in America.

Oggi siamo invece in continua diretta mondiale e le mescolanze di genti, di merci e di servizi hanno stravolto le culture che rapidamente continuano ad evolvere mutando le visioni, le convenzioni, gli ordinamenti.

Sempre più la ricchezza mondiale è in costante crescita producendo lusso, inteso come benessere. Da quando il sistema finanziario ha inventato quello che comunemente definiamo come credito, le economie hanno continuato a prosperare contando sulla fiducia nei reinvestimenti di capitale (capitalismo).

I lussi hanno però la prerogativa di trasformarsi rapidamente in necessità, in agevolazioni alle quali ci si abitua e ciò che una volta poteva essere forse un’aspirazione, quando la si è raggiunta diviene presto abitudine dalla quale è difficile tornare indietro.

Facciamo affidamento nel nostro benessere, reinvestiamo i nostri guadagni perché cerchiamo sempre nuovi modi per ottenere comodità.

Spesso finiamo per illuderci di risparmiare tempo rincorrendo le agevolazioni. Pensa solo alla posta elettronica, oggi con un click invio contemporaneamente decine di lettere standomene comodamente a casa.

Una volta dovevo scriverle a mano o tutt’al più a macchina, imbustarle e poi recarmi ad acquistare il bollo e infine a spedirle. Tu l’avresti ricevuta dopo qualche settimana.

Se ci pensi bene, ciò che scrivevo doveva avere una certa rilevanza proprio per l’impegno richiesto e per i tempi necessari, e così anche le urgenze erano molto più dilatate.

Oggi posso scriverti qualsiasi mio pensiero e come me può farlo chiunque altro, arrivando a intasarti giornalmente la casella mail e costringendoti a cambiare l’occupazione del tuo tempo per poter star dietro a tutte le notifiche.

Ma contemporaneamente mi aspetto che tu mi dia risposta entro la giornata e pertanto tutto il nostro vivere diviene più frenetico. La fretta, l’agitazione, i ritmi hanno così modificato il nostro tempo.

Cosa c’entra la farmacia con tutta questa bella storia? 
C’entra perché ovviamente anche la tua vecchia bottega si è lentamente trasformata in questi ultimi quarant’anni, da presidio di dispensazione di salute, per poi divenire anche negozio di benessere, fino a proporsi come centro servizi sanitari ma non solo.

Trasformazioni ancora piuttosto lente, al punto che talvolta non hanno saputo tenere il ritmo dei reali cambiamenti della società, così da permettere la nascita di altre attività che sono andate a saturare i buchi derivanti dalle esigenze (magari non esplicitamente espresse) delle persone.

Qualcuno ha così finito per risvegliarsi improvvisamente in un nuovo mondo, come raccontavo prima nell’esempio di Toni, solo che ha avuto la fortuna di trascorrere il suo letargo come se fosse avvenuto tra l’anno 1000 e 1500, ovvero ha avuto modo di adattarsi nei suoi quarant’anni di torpore. Adesso però le cose cambieranno.

Se ci pensi, la tua farmacia rispetto a quarant’anni fa ha mantenuto solo il nome, ma per il resto stiamo parlando di un’altra cosa. Quarant’anni fa parlare di servizi in farmacia era un tabù quando a malapena si poteva misurare la pressione alle persone, erano ancora diffuse le preparazioni galeniche e non esistevano i computer per gestire le nostre aziende.

Trent’anni fa parlare di sconti e operazioni commerciali sui prodotti a libero servizio era proibito, del resto esisteva il dentifricio che si vendeva solo in farmacia.

Vent’anni fa certamente nemmeno ti sfiorava l’idea che il farmaco potesse uscire dal canale, perché altro canale in concorrenza non esisteva e figuriamoci poi sentir parlare di una ricetta dematerializzata.

Solo dieci anni fa in pochi pensavano alle vendite on line, ai servizi estetici, alle consegne a domicilio, alle pubblicità tramite social.Eppure oggi basta seguire qualche spot in televisione per capire che qualcosa sta rapidamente cambiando.

E se ora ti dicessi che tra un po’ potrebbe non esistere nemmeno più la convenzione col il SSN?
Probabilmente ti manderei fuori di testa, quindi è forse meglio se mi fermo qui.

Piano piano, assieme alla tua azienda sei cambiato anche tu, per far fronte ad un mondo diverso hai dovuto adeguarti e tutto sommato ne hai avuto il tempo. Gli anni hanno diluito le piccole o grandi trasformazioni lasciandoti il lasso per mal digerirle, solo che molti lo hanno fatto rimanendo sulla difensiva, ovvero adeguandosi e spesso facendolo in ritardo.

Questo atteggiamento ha aperto spiragli a nuova concorrenza permettendole di consolidarsi. Qualcuno ha dormito per quarant’anni, ma di occasioni per intraprendere una nuova strada in maniera propositiva ce ne sono state, di avvertimenti ne ha ricevuti. Per fortuna si è risvegliato oggi in una insegna che tutto sommato finora è rimasta la stessa.

Le opportunità per un adeguamento non sono certo mancate, proprio perché i cambiamenti sono stati abbastanza graduali, in una situazione economica ancora sostenibile e perché in alcuni casi il sistema è intervenuto a protezione della tua attività.

Oggi invece credo che stiamo entrando in un rinnovamento che il nostro Toni potrebbe sperimentare dal 1500 al 2000. Voglio dire che siamo in quella fase di trasformazione ricca di accelerazioni,quando Toni si risveglia dal suo letargo e deve scoprire in fretta cos’è un computer se vuole sopravvivere, o perlomeno deve imparare a guidare un’auto anziché un carro trainato da cavalli.

Oggi è il momento in cui occorre prevenire gli eventi, anticipare le aspettative, programmare la crescita. Non ci sarà più un arco temporale di quarant’anni a disposizione per scoprire che la tua sarà una farmacia diversa, probabilmente già tra cinque anni tutto sarà nuovamente cambiato e solo chi sarà riuscito a interpretare il cambiamento sopravviverà.

Serve una visione, una gestione oculata del tempo, un’attenzione particolare ai cambiamenti, serve il coraggio di osare nel percorrere nuove strade, e certamente non ci saranno più le risorse per attendere passivamente nella speranza che altri risolvano i nostri problemi.

Tra cinque anni saranno diversi i tuoi clienti che si aspetteranno da te cose differenti e mi auguro che nel frattempo sarai cambiato anche tu con la tua azienda. Altrimenti, come Toni, penserai di essere atterrato su un altro pianeta. Chissà,oltre alla struttura,forse addirittura l’immagine stessa della farmacia sarà tutta un’altra cosa.

Per sviluppare l’idea di una nuova farmacia leggi il libro “Lavorare per l’azienda e non solo nella tua azienda” (Euro 24,00).

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di Paolo Piovesan
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