La fionda di Davide

Recentemente ho letto la traduzione di un articolo a firma Malcolm Gladwell pubblicato originariamente su The New Yorker.

Qual era l’argomento ?Cosa ha fatto scattare in me il desiderio di dedicare pensieri e considerazioni sull’organizzazione del lavoro in farmacia ?

L’oggetto di questo articolo era lo studio di determinate azioni che rivoluzionando le consuetudini risultavano proprio per questo motivo, vincenti.

La più famosa tra quelle citate riguardava lo scontro tra Davide e Golia.
Il primo ha potuto prevalere sul secondo perché ha usato una strategia di combattimento inaspettata, questa gli ha permesso di essere vincitore, risultato che non avrebbe potuto ottenere se avesse combattuto secondo i canoni abituali e previsti.

La seconda strategia vincente studiava una squadra di basket di ragazzine americane che per sopperire a carenze tecniche e atletiche nei confronti delle avversarie ha sviluppato delle tattiche di gioco basate sul pressing nel campo avversario.

Non vorrei perdermi in spiegazioni tecniche sulla pallacanestro, comunque questa squadra ha continuato a vincere perché le avversarie sono state disorientate dal modo originale in cui venivano intesi l’attacco e la difesa rivoluzionandone le consuetudini. L’articolo in questione continuava con un altro paio di esempi, aventi lo stesso comune denominatore : il successo di iniziative che uscivano dagli schemi abituali.

A conferma di quanto letto, alcuni giorni dopo mi imbattevo nel racconto di un imprenditore tedesco che dopo aver rilevato una catena di aree di servizio autostradali in crisi, ne risollevava le sorti ristrutturando le toilette rendendole più comode e pulite.
Questa azione non riguarda il business tipico dell’azienda ma se pensate a quante volte è successo a ciascuno di noi di desiderare un ambiente un po’ più confortevole durante una sosta tecnica capite il perché del successo di questa inaspettata iniziativa.

Ma che legame può esserci tra quanto scritto finora e il mondo della farmacia ?

La realtà che conosco direttamente perché vissuta nella mia farmacia o indirettamente per conoscenza di situazioni di colleghi raccontate o lette nelle nostre riviste, mi portano a pensare che le azioni dei titolari di farmacia siano tutte basate sul mantenimento delle consuetudini e che quindi le strategie aziendali siano formulate per ottenere un discreto risultato al netto di un tranquillo modo di operare.

Qualche esempio ?
Gli arredamenti della farmacia.
A parte qualche raro esempio, sono tutti uguali.
La dislocazione dei mobili sembra clonata e non è certo la scelta del colore o del materiale degli stessi che siano significativi di un intervento singolare.

La varietà merceologica dell’esposizione.
Osservando le foto delle farmacie pubblicate nelle nostre riviste la cosa che salta di più all’occhio è l’omologazione della scelta dei prodotti e dello spazio di esposizione destinato ad essi. Le somiglianze vengono ancora più acuite nello spazio dedicato ai farmaci da consiglio che ormai è situato sempre o quasi alle spalle del banco.

Dopo questi esempi viene da pensare che nessun imprenditore farmacista operi delle differenziazioni per essere vincente nel proprio segmento, che nessuno di noi usi la fionda di Davide o il pressing a tutto campo per ambire a essere il leader della propria categoria.

Ma è proprio vero tutto questo ?
Un po’ sì e un po’ no.

Perché nonostante tutte queste innegabili situazioni oggettive ce ne sono altre di carattere più soggettivo:

  • Le idee del titolare
  • Le capacità e professionalità del personale
  • Il category management
  • Il merchandising
  • Il marketing
  • Le operazioni di promozione e di sconto
  • Il bacino di utenza

Tutto questo e tanto altro ancora portano comunque a una certa differenziazione tra farmacie e decretano il successo di una piuttosto che di un’altra.

Ma queste azioni sono delle reali innovazioni, delle rivoluzioni o solo delle effimere iniziative alle quali viene dedicato comunque un grande impegno che però può essere vanificato da un qualsiasi parcheggio più comodo o dalla fortunosa ( forzata? ) altrui vicinanza con qualche ambulatorio medico ?In generale i farmacisti resteranno con le mani in mano o impiegheranno tutte le loro risorse soggettive e oggettive per far prosperare la propria azienda ?

Credo che a parte qualche rarissimo caso non documentabile nessuno di noi abbia dei vicini così autolesionisti da favorire con la loro inerzia le iniziative della concorrenza e questo porta alla considerazione finale che il nostro sistema è fatto per autolimitarsi, per fare in modo che il modo di agire comune sia il mantenimento di una consolidata e immutabile strategia di gruppo, cosa di per sé non disprezzabile se lo stesso gruppo portasse avanti una vera strategia, sulla cosa mi permetto, alla luce di quanto è successo in questi ultimi anni, di nutrire qualche dubbio.

Ma ritornando alla fionda di Davide e alle toilette tedesche, cosa mi riprometto di fare di realmente innovativo per sviluppare la mia azienda?
Al momento attuale non lo so proprio.

Credo di avere fatto, come tutti, quanto di mia competenza per sviluppare la mia azienda. MI sono impegnato a fondo studiando e cercando di impostare la farmacia secondo quanto previsto dalle strategie abituali.

Mi auguro che le iniziative intraprese siano servite per incrementare il fatturato più di quanto era ipoteticamente immaginabile dalle contingenze.
Mi illudo a pensare che, a causa di rilevanti impedimenti legati alla viabilità della zona , la mia farmacia non riesca ad esprimere al pieno le sue potenzialità.
Nella mia città siamo in 6 farmacie e teorizzando che il 15 % della popolazione graviti nella mia farmacia come posso fare per rendere questa quota il più fedele possibile e cosa posso fare affinché il restante 85% non escluda a priori la possibilità di arrivare, qualche volta, fino a me.

Fino ad ora ho combattuto accettando le regole abituali, ma da ora cercherò di procurarmi la fionda di Davide, per arrivare , pur nel rispetto della deontologia professionale, ad un’azione vincente.

Se ci riuscirò non ne ho la più pallida idea, mi riprometto però di pensarci, di farlo con forza e
determinazione e con l’aiuto di chi vorrà condividere questi pensieri.

Articolo del Dott. Aldo Cacco – Farmacista Titolare