Genitori farmacisti di  figli farmacisti

Passaggio generazionale tra azienda e famiglia  

Guerra e Pace

(seconda ed ultima puntata)

 

Riprendiamo la nostra analisi sul passaggio generazionale pensando a come pianificare la successione in tempo e gestirla in modo strategico, per permettere all’impresa di competere e crescere con successo, senza metterne a repentaglio la sana e serena continuità.

E’ necessario un esame di realtà da parte di genitori farmacisti e figli farmacisti che consenta di lavorare come leoni e non come struzzi.

Si dice che il leone, re degli animali della foresta, avanzi di tre passi poi si raccolga su se stesso prima di fare il grande salto e sprigionare tutta la sua potenza. 

Genitori e figli, vi chiedo di fare questo passo indietro e di raccogliervi su voi stessi prima di fare il grande salto. Una premessa è fondamentale, non ci sono né vittime né carnefici, ma solo adulti chiamati ad un’assunzione di responsabilità: agire con trasparenza e rispetto verso se stessi e gli altri e non insabbiarsi o insabbiando.

 

Cari figli di farmacisti chiedetevi se davvero desiderate fare i farmacisti, se la vostra è una scelta autentica che scaturisce da una vera vocazione, se sentite profondamente che siete nati per fare questo e sentite forte la missione; oppure se la vostra è stata una scelta di comodo o magari imposta. Dovete chiedervelo perché  è in gioco la vostra salute e la vostra serenità. Prendetevi la responsabilità di guardarvi allo specchio.

Numerose ricerche hanno messo in evidenza che trovare la propria vocazione professionale e seguirla rimane il modo più efficace e sicuro per motivare se stessi ed essere in grado di superare ogni sfida, sia personale sia lavorativa; è stato inoltre evidenziato che la distinzione tra motivazioni interiori e motivazioni strumentali è determinante: se le prime si basano sulle attitudini personali e sugli interessi del soggetto, le seconde sono dettate solo dal desiderio di potere, successo e denaro.

Le motivazioni strumentali, soprattutto nel caso di lavori impegnativi ed elitari, nel lungo periodo non sono in grado di garantire una carriera di successo.

La gratificazione è soggettiva: quello che gratifica una persona può non gratificare un’altra. Per ognuno di noi la soddisfazione  è uno stato emotivo di benessere diverso e unico, e può dipendere da mille  fattori. Per sentirsi bene con se stessi è importante credere nelle nostre capacità, non considerarci sempre e comunque fuori posto o sbagliati, stare bene “nella nostra pelle”, cercando di valorizzare i propri talenti. Smettetela di  ingannarvi col “domani sarà migliore”: finché non  fate qualcosa che vi piace davvero, domani non sarà migliore di oggi.

La felicità deve venire principalmente da dentro, dalla soddisfazione di svegliarsi ogni mattina sapendo che farò qualcosa che davvero mi piace. In cui credo. Le ricerche hanno dimostrato come depressione, tristezza e angoscia vadano via quando si conduce una vita di sano lavoro. La via verso la serenità ha le sue radici nel lavoro e nell’autostima: se esercito un lavoro che non è quello che avrei voluto fare, non c’è finta autostima che regga, non c’è lavoro fatto bene a sufficienza, sarete infelici e poveri anche se foste nella ricchezza.

 

Cari genitori farmacisti chiedetevi se è giusto obbligare qualcuno a fare qualcosa che non ama fare solo perché a voi è piaciuto, è costato, e per questo deve continuare. Chiedetevi se è giusto obbligare fratelli e sorelle a lavorare insieme se non lo desiderano davvero, se sono così diversi da non potersi integrare armoniosamente in un’operare comune.

Chiedetevi ancora se è giusto non lasciare che giovani volenterosi, capaci e appassionati aprano la strada all’impostazione di nuove strategie di crescita e di sviluppo dell’azienda con il loro personale tocco ed il loro stile di leadership. Chiedetevi se è giusto cedere la titolarità ma continuare ad imporvi come dirigente dequalificando e mortificando i vostri figli con continue critiche e paragoni tra voi e loro; chiedetevi se è giusto rimandare continuamente il momento del passaggio generazionale ritenendo i successori inadeguati o rifiutando l’idea che l’azienda non sia più sotto il vostro controllo.

 

Genitori e figli, decidete di vivere responsabilmente, senza subire né obbligare; non sacrificate le vostre vite sull’altare della “continuità aziendale ad ogni costo”. Se avete deciso di essere farmacisti siatelo con vera vocazione; se avete deciso di fare i farmacisti ma non volevate abbiate il coraggio di fare altro; se avete ceduto la titolarità siate mentori non controllori; se non riuscite a passare concretamente il testimone e pensate di continuare a dirigere, cedendo la titolarità  solo in teoria,  non fatelo, perché tormenterete i vostri figli con la vostra presenza ingombrante e inopportuna e scalfirete il rapporto genitoriale e filiale. celebratevi come meritate per la vostra carriera ma poi ritiratevi silenziosamente come fanno i veri campioni, godetevi il meritato agio della pensione.

 

E’ il potere dell’arco che determina il volo della freccia, “Voi siete gli archi da cui i vostri figli sono lanciati come frecce viventi”, meditate archi, meditate frecce…

di Maria Palmieri
© Riproduzione riservata

 

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